Conosciuto e amato

Giovanni Frangi
Giovanni Frangi

3 luglio 2025

Gv 20,24-29

In quel tempo 24Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. 25Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
26Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». 27Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». 28Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». 29Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».


La liturgia di oggi fa memoria dell’apostolo Tommaso, detto “didimo”, gemello. Come non rispecchiarci in lui, quali suoi gemelli? Di Tommaso si parla più volte nel Vangelo di Giovanni.

È Tommaso che con un impeto di amore è pronto a morire per Gesù (cf. Gv 11,16), per la sua causa, e nei discorsi di addio, dopo la lavanda dei piedi, proprio lui chiederà come poter riconoscere la via indicata da Gesù (cf. Gv 14,5). Proprio in quei discorsi Gesù aveva preparato Tommaso e gli altri a quello che doveva accadere, fortificandoli con il dono della pace e mettendoli in guardia rispetto alla possibilità per tutti loro dell’incredulità di fronte a ciò che sarebbe accaduto.

Eppure Tommaso, dopo la morte di Gesù, non è con gli altri; certamente l’annuncio della resurrezione del Signore da parte di Maria Maddalena lo aveva raggiunto, ma in lui aveva prevalso l’incredulità. Ha vissuto la sua solitudine anziché condividere con i suoi fratelli la sua poca fede e la sua paura. Come è difficile credere alla resurrezione e crederlo da soli…

Non era con loro, forse vagava solitario e in cuor suo ripensava certamente a Gesù, ma le sue parole non trovavano spazio in lui, solo la nostalgia, il dolore, lo smacco per quella morte tanto assurda che interrompeva il suo rapporto con l’Amico e metteva in discussione tante speranze che apparivano ora solo illusioni. Tuttavia Tommaso torna tra i suoi, “otto giorni dopo”, scadenza temporale che già evoca l’ottavo giorno dei cristiani, il giorno segnato dalla resurrezione di Gesù.

Torna nella sua comunità, l'incredulità resta anche quando sono i suoi fratelli a raccontargli che avevano gustato di nuovo la presenza di Gesù insieme a loro. Non riconosce subito la vita nuova segnata dalla pace e dalla gioia della sua comunità.

Eppure rimane con loro: in qualche modo in cuor suo spera di essere smentito, si apre ad una possibilità diversa dal suo pensare. E Gesù ritorna, a porte chiuse, da Risorto, torna come aveva preannunciato, torna per ridonargli la serenità e la pace e si rivolge infatti proprio a lui.

Con questo dimostra di conoscere la sua incredulità, lo esorta ad andare oltre, conosce le sue richieste di “toccare, vedere” e acconsente. Così Tommaso si sente conosciuto e amato nel suo dubbio e si apre alla fiducia piena, alla fede grande che gli fa esclamare quella splendida frase che lo apre alla vita piena che sarà vita eterna: “Mio Signore e mio Dio!”.

La certezza che Tommaso cercava si può avere solo nella fiducia che è amore per l’altro di cui ci fidiamo. E Tommaso si fida di Gesù. Non è necessario più toccare, vedere come non lo sarà per noi.

Tommaso riconosce in Gesù il crocifisso e il Signore, un Dio che muore per amore dell’uomo e in questo modo dona senso al nostro vivere e al nostro morire. Il Crocifisso è il Risorto.

Questo racconto così intenso apre al tempo della Chiesa, apre al nostro tempo in cui possiamo ascoltare la Parola attraverso la testimonianza di chi ha visto e metterci in cammino secondo le vie di Gesù. Come quella di Tommaso, la nostra fede si fonda sull’ascolto, a volte sarà ancora segnata dal dubbio, ma sta a noi a noi saper coltivare l’amore e la fiducia sapendo che il Signore non si è separato da noi ma ci accompagna sempre.

sorella Margherita