Synthèse de tous les exposés du XXIe Colloque

 

PORPHYRIOS GIORGI, Balamand
La divinizzazione, compimento dell’esistenza umana:
il dono della vita secondo l’insegnamento di s. Gregorio Palamas

La “divinizzazione”, secondo l’insegnamento di Gregorio Palamas, fedele epigono della tradizione patristica, consiste nella partecipazione dell’uomo, per grazia, alla vita della santa Trinità. In quanto creato “a immagine e somiglianza di Dio, l’uomo porta inscritto in sé il desiderio di tale condizione: essa è lo scopo stesso della sua esistenza. Se per la suggestione di Satana il peccato ha separato l’uomo dalla sorgente della vita divina procurandogli la “morte” (fisica e spirituale),  l’incarnazione del Verbo di Dio ha procurato nuovamente all’uomo l’accesso alla vita divina: sulla croce di Cristo la potenza della “morte” è vinta, e tale vittoria è comunicata all’intera natura umana. Ogni uomo però deve rivivere personalmente la lotta e la vittoria di Cristo contro il male; e ciò è possibile grazie alla presenza e all’intima sinergia dello Spirito santo donato ai credenti. I santi, in proporzione alla grazia ricevuta, gustano l’esperienza della divinizzazione: in quanto uomini “divinizzati”, giunti alla pienezza della carità divina, esprimono con la loro presenza la presenza attiva di Dio nella vita della Chiesa e la venuta del Regno, e mostrano in sé le opere della Grazia che consolano il popolo di Dio.

+ MAXIM OF WESTERN AMERICA
Il tempo nella vita della chiesa
Nell’esperienza ecclesiale il tempo cronologico, in quanto parte della creazione di Dio, è “cosa buona”. Allo stesso tempo esso reclama un superamento e una redenzione dalla realtà della “morte” che toglie ogni senso al fluire cronologico rendendo continuamente “passato” il “presente” dell’esistenza. La chiesa sperimenta tale redenzione del tempo nell’eucarestia, che è una storia condensata di futuro. Ma il futuro proposto nell’eucarestia non scaturisce dal passato; penetra nel presente di propria iniziativa, “come un ladro nella notte” (2Pt 3,10): è la venuta del Regno che non avviene “in modo osservabile” (Lc 17,10), ma è libero dono da parte di Dio. Ciò non significa che l’uomo debba restare inattivo di fronte alla prospettiva del futuro escatologico, ma che tutto ciò che egli fa resta penultimo: c’è sempre uno spazio per il giudizio ultimo e indeducibile da parte di Dio.

Conclusioni del convegno
ADALBERTO MAINARDI, Bose

LES ÂGES DE LA VIE SPIRITUELLE