Questo spreco di profumo
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26 marzo 2024
Mc 14,1-11
In quel tempo 1 mancavano due giorni alla Pasqua e agli Azzimi, e i capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano il modo di catturarlo con un inganno per farlo morire. 2Dicevano infatti: «Non durante la festa, perché non vi sia una rivolta del popolo».
6Allora Gesù disse: «Lasciatela stare; perché la infastidite? Ha compiuto un'azione buona verso di me. 7I poveri infatti li avete sempre con voi e potete far loro del bene quando volete, ma non sempre avete me. 8Ella ha fatto ciò che era in suo potere, ha unto in anticipo il mio corpo per la sepoltura. 9In verità io vi dico: dovunque sarà proclamato il Vangelo, per il mondo intero, in ricordo di lei si dirà anche quello che ha fatto».
Gesù è circondato da ostilità crescente: i capi dei sacerdoti e gli scribi cercano di catturarlo. Gesù non si ritrae, non fugge, resta fedele alla volontà di bene del Padre, e neppure si incupisce, si chiude nel cinismo. Resta nella passione di amore per il Padre e per quell’umanità quotidiana che lo attornia e che non capisce bene il dramma che egli sta vivendo. Era a tavola, anche in questi ultimi giorni, non è un severo asceta, resta capace di gioire dell’umana amicizia. Ed ecco il gesto imprevisto di questa donna, un gesto di amore per questo Signore che è ormai un povero braccato, prossimo alla condanna più immeritata e spietata. Un gesto che sfida le occhiate, i commenti, di tutti i presenti. Questa donna ha forse intuito più di tutti il percorso di questo Gesù, amico di quanti hanno il cuore spezzato. E più di tutti ha coraggio. Eccola entrare con quel profumo prezioso e abbondante, e lo versa senza risparmio sul capo di Gesù. Profumo che si spande. Unzione profetica, messianica, sacerdotale. Questa donna nel suo amore compie un gesto profetico che Gesù riconosce: “ha unto in anticipo il mio corpo per la mia sepoltura”.
“Perché questo spreco di profumo?”. Quella donna ha compiuto un gesto in perdita, cosa ci guadagna? Anche l’amore deve essere quantificato, analizzato, criticato. Monetizzato. Soprattutto non c’è il discernimento su quella vita che sta entrando nella passione per amore nostro, amore concreto che abbraccia tutti, uno per uno. Quella donna l’ha compreso. Attorno a Gesù si possono fare tanti discorsi ma quella donna ha versato tutto il profumo che aveva, ha persino spezzato il vaso di alabastro. Anche lei è povera e ha riconosciuto il più povero dei poveri. “Beato chi discerne il povero, il misero …” (Salmo 41,2). Ma ci sono sempre quelli che si indignano, si arrabbiano per quello sciupare tutto il profumo che poteva essere usato per fare del generico bene. C’è sempre la possibilità di diventare giudici dal moralismo asettico, applicare delle regole scontate, rifarsi alle ideologie dominanti e non voler discernere una situazione particolare, un dramma concreto, condannando così una persona.
Gesù deve difendere questa donna, ora diventata accusata: “Lei ha fatto ciò che era in suo potere per me”. Come la povera vedova che al tempio aveva gettato nel tesoro “Tutto quello che aveva per vivere”. Questa donna che non dice niente, ci lascia il suo gesto d’amore che è più eloquente di ogni discorso.” Le grandi acque non possono spegnere l’amore” (Cantico dei cantici 8,7): questo è ciò che resta per sempre.
“Dovunque sarà proclamato il vangelo in ricordo di lei si dirà quello che ha fatto”. Nella proclamazione del vangelo su tutta la terra, nel far memoria del Cristo morto e risorto per la nostra salvezza, si dovrà associare il profumo che quella donna ha versato. Il vangelo non può essere senza profumo. La chiesa, i cristiani devono vigilare perché non succeda di ritrovarsi con trecento denari ma senza quel profumo di Betania.
fratel Domenico
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