17 settembre 2025
Il capitolo 7 del Vangelo secondo Luca si apre con due grandi prodigi da parte di Gesù: il servo di un centurione viene guarito e il figlio unico di una vedova viene “rialzato”, morto è richiamato alla vita. Nel “villaggio della consolazione” (Cafarnao) e in quello “ridente” (Nain) Gesù immette vita, spande profumi di resurrezione, genera ricominciamenti.
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16 settembre 2025
Alla porta di un villaggio di nome Nain si incontrano due cortei che provengono da direzioni opposte, l’uno esce dall’abitato per condurre a sepoltura un morto, l’altro viene da lontano per entrarvi. Si incrociano un corteo di morte e un corteo di vita, tra di loro una bara. Gesù, i suoi discepoli e la folla al loro seguito si trovano di fronte a una scena straziante, una donna vedova che piange il figlio unico, un ragazzo o poco più, accompagnata in questo dolore da molta gente. La vita da lei data ha lasciato il posto alla morte da lei non voluta, una inesorabilità inerente alla condizione umana.
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15 settembre 2025
Indaffarati nelle nostre vite segnate da impegni e scadenze, spesso troviamo più comodo incasellare persone e gesti nei nostri schemi mentali anziché lasciarcene smuovere: altrimenti, non metteremmo a rischio proprio quegli impegni e scadenze?
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13 settembre 2025
Le parole di Gesù sono chiare, plastiche, profondamente radicate alla realtà. Sono le parole di un uomo acuto osservatore della natura e profondo scrutatore del cuore umano. Sono le parole di un uomo che ha vissuto nella sua pelle ciò che ha espresso con la bocca. È lui l’albero buono che ha prodotto frutto buono. È lui l’uomo buono che dal buon tesoro del suo cuore ha tratto fuori il bene proclamando l’effathà della vita.
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12 settembre 2025
«La cecità stava dilagando, non come una marea repentina che tutto inondasse e spingesse avanti, ma come un’infiltrazione insidiosa di mille e uno rigagnoli inquietanti che, dopo aver inzuppato lentamente la terra, all’improvviso la sommergono completamente», scriveva José Saramago nel suo romanzo Cecità, e più oltre concludeva: «ormai è chiaro, nessuno potrà salvarsi, la cecità è anche questo, vivere in un mondo dove non ci sia più speranza».
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11 settembre 2025
“Amate i vostri nemici”: possibile? E se anche lo fosse, considerato quel che realmente comporta, è ancora buona notizia?
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10 settembre 2025
Ascoltare oggi le Beatitudini dà l'impressione di parlare al vento, come se queste parole di Gesù restassero inascoltate, nessuno riesce ad ascoltarle, sono sopraffatte dal rumore della violenza e della guerra. E invece proprio in questi tempi, proprio oggi che la liturgia ce le offre, le beatitudini vanno ripetute, ricordate, mai abbandonate.
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9 settembre 2025
Gesù è salito sul monte e passa la notte in preghiera. I momenti più importanti della vita di Gesù sono preparati dalla preghiera. Gesù opera in comunione con il Padre e nella forza dello Spirito santo.
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8 settembre 2025
Memoria della nascita di Maria di cui il calendario liturgico ricorda, con Gesù e Giovanni il Battista, non solo la “nascita al cielo” della fine della vita, ma anche quella dell’inizio, a sottolineare la particolare importanza, per la storia di salvezza, di ciò che hanno vissuto e del come l’hanno vissuto.
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6 settembre 2025
Ecco un testo in cui i farisei sembrano particolarmente meschini. È quindi facile fare velocemente il salto e proclamare fieramente che grazie a Dio Gesù ci ha liberati da tutte queste sottigliezze per offrirci la gloriosa libertà dei figli di Dio.
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5 settembre 2025
Forse questa pagina del vangelo ci vuol dire che anche il rapporto con il cibo è anzitutto un evento di relazione.
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4 settembre 2025
Oggi celebriamo la festa di Mosè con la lettura evangelica della trasfigurazione di Gesù dove appaiono Mosè ed Elia nella gloria, cioè con il “peso” della loro presenza mentre Gesù prega. L’uno, Mosè, rappresenta l’insegnamento del Signore scritto sulle tavole di pietra, e l’altro, Elia, la profezia. Contempliamo la figura di Mosè, e vorrei dargli la parola.
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3 settembre 2025
Le parole che la liturgia ci offre alla meditazione oggi sono state pronunciate da Gesù nel contesto dell’ultima cena, cioè attorno a una tavola, ma una tavola speciale: una tavola eucaristica, in cui è donata in cibo una vita. E non è un caso che Gesù richiami, subito dopo, l’immagine della tavola: “chi è più grande, colui che sta a tavola o chi serve?” (v. 27), perché il nostro modo di stare a tavola è profondamente rivelativo delle logiche su cui poggiamo la nostra vita.
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2 settembre 2025
Dopo aver predicato nella sinagoga di Nazareth, dove fu respinto e persino minacciato di morte, Gesù si mise in cammino (vv. 29-30). Attraversò l’ostilità, - “passò in mezzo”, scriveva Luca - senza lasciarsi abbattere, proseguendo con determinazione la sua missione.
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