In questa rubrica giornaliera vi proponiamo la meditazione del Vangelo del giorno preparata da un fratello o una sorella di Bose. Il nostro desiderio è di spezzare il pane quotidiano della parola di Dio, condividendo la lectio divina fatta nella solitudine della cella monastica. Per tutti il fine è quello indicato da Ignazio d’Antiochia, “rifugiarmi nel Vangelo come nella carne di Gesù” (Lettera ai Filadelfiesi).

Le pericopi del vangelo seguono il lezionario proprio del nostro monastero.

Respirare la presenza di Dio

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28 ottobre 2024

Gesù sale sul monte, luogo tipico nella Scrittura della rivelazione di Dio. Va da solo, per incontrare Dio faccia a faccia. L'evangelista Luca esplicita il fine di questa salita sul monte: la preghiera. Gesù "se ne andò ", si allontana dagli altri, dai suoi, per pregare, per sostare presso il Padre, per riaccogliere la sua presenza di vita. "E pernottò nella preghiera di Dio". Il suo rifugio è Dio. La preghiera è la sua casa.

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Urgenza e dilazione

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26 ottobre 2024

Al cuore del brano odierno del Vangelo vi è un accorato appello da parte di Gesù alla conversione. Gliene offrono l’occasione due tragici fatti di cronaca qui ricordati: un gruppo di Galilei ucciso da Pilato mentre stavano compiendo il sacrificio e un incidente occorso ad alcuni lavoratori in un cantiere al Tempio. 

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“Perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto?”

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25 ottobre 2024

Questo è il versetto centrale del vangelo di oggi. Il tempo, la natura, ci suggeriscono dei mezzi per poter giudicare quello che può accadere, ma Gesù ci chiede una capacità di giudizio, di valutazione, di discernimento più intensa, che viene dal profondo di noi stessi. Sì, ciascuno è chiamato ad avere una intelligenza capace di giudizio e di discernimento. Questo fa appello a un grande senso di responsabilità e a una ricerca di conversione continua. 

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Quale pace?

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24 ottobre 2024

La pagina evangelica di oggi è di quelle che possono sorprendere per la loro apparente contraddizione, con quella che è l’immagine più comune di Gesù come uomo di pace. In Luca la parola pace compare in bocca agli angeli che annunciano la nascita di Gesù, “pace in terra agli uomini che egli ama” (2,14) e in bocca alla folla che introduce Gesù a Gerusalemme: “Benedetto colui che viene, il re nel nome del Signore. Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli!” (19,38). 

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Pronti nell’attesa

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22 ottobre 2024

Questo brano, fin dall’inizio, pone il problema sul significato dell’attesa: “siate simili a quelli che aspettano il padrone”; ma anche “rimanendo pronti, con le lampade accese, con le vesti strette ai fianchi”. Questo versetto rimanda al testo dell’Esodo 12,11 dove si parla dell’agnello pasquale che gli ebrei devono mangiare nella notte dell’uscita dall’Egitto e lo devono mangiare con i fianchi cinti, i sandali ai piedi, il bastone in mano: “lo mangerete in fretta “.

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Che cosa ci fa vivere?

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21 ottobre 2024

Il brano odierno tratto da Luca descrive in maniera efficace le inquietudini che ciascuno di noi attraversa nel tentativo di usare rettamente dei propri beni. Per Gesù l’argomento è di notevole importanza infatti è per lui l’occasione di ricordare per la terza volta ai suoi ascoltatori questo: la vita e le azioni di ciascuno passeranno attraverso un vaglio finale, il giudizio.

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Fede e perseveranza

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18 ottobre 2024

Nella memoria di Luca Evangelista, la Chiesa ci invita a riflettere sull'inizio del suo Vangelo, un passo che racchiude l'essenza della sua missione. Come indagatore meticoloso della vita di Gesù, l’evangelista Luca costruisce il suo racconto basandosi su “coloro che fin dal principio furono testimoni oculari e servitori della Parola” (v.2), con l'intento di fornire un resoconto ordinato (v.3) degli eventi salvifici. La sua rigorosa ricostruzione storica si apre a una profonda dimensione spirituale, desiderando offrire una testimonianza affidabile della fede cristiana.

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“Là giunto, sarò uomo!”

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17 ottobre 2024

Se ci concediamo il tempo di sostare e osservare lo scorrere delle stagioni nella campagna, non frettolosamente ma con il passo di chi ascolta mentre cammina, molte delle parole dette da Gesù diventeranno ancora più famigliari tingendo di colori la nostra vita come accade ora, in autunno, per le foglie della vite.

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Quando l’io oscura Dio

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16 ottobre 2024

Leggendo i vangeli, incontriamo anche un Gesù così: indignato. Meditando la buona notizia contenuta nelle Scritture, incontriamo anche un Gesù così, che, in nome dell’“evangelo”, non risparmia parole dure contro chi perverte quella parola di Dio che è sempre, fin dalla prima alleanza, una parola di verità, di giustizia e di amore. E Gesù sa che ogni perversione nasce dal cuore, nasce da dentro, e poi si traduce in comportamenti e atteggiamenti esteriori. Comportamenti e atteggiamenti tanto più dannosi in quanto vissuti da persone, come i farisei e i dottori della Legge, che avrebbero dovuto essere fari di verità, di giustizia e di amore per altri credenti di Israele.

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Che cosa ci rende “impuri”

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15 ottobre 2024

Gesù è invitato a tavola da un fariseo, cioè da un uomo religioso che osservava e studiava la parola di Dio nelle Scritture, parola che però spesso era sommersa dalle tradizioni religiose aggiunte dagli uomini. Quest’uomo rimprovera Gesù di non aver osservato norme di purità tradizionali (utilissime fino ad oggi come igiene!) ma che, allora, non avevano nulla a che fare con l’intenzione che motiva ogni parola e ispirazione di Dio: cioè la giustizia, l’amore e la misericordia.

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Custodire la parola come un figlio

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12 ottobre 2024

Nei versetti che precedono il testo di oggi (Lc 11.14-26) Gesù ridà la parola a un muto, scacciando il “demonio” responsabile di quella menomazione. Le folle sono meravigliate ma le reazioni sono differenti perché alcuni lo accusano di essere il capo dei demoni, altri non si accontentano e lo “tentano” chiedendo altri segni o prodigi. Sembra però che queste obiezioni non siano espresse apertamente, perché la risposta di Gesù a costoro è introdotta dall’espressione: “Gesù conoscendo le loro intenzioni” (Lc 11.17). L’azione di Gesù che libera dal male provoca fra gli ascoltatori dubbi, interrogativi e mormorazioni sottovoce. È come se costoro fossero rimasti muti, bloccati nella loro facoltà di parlare e di dire una parola…

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Con umile amore

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11 ottobre 2024

Nel brano di vangelo che oggi leggiamo nella memoria di papa Giovanni XXIII, assistiamo al dialogo tra Gesù risorto e l’apostolo Pietro. In realtà si tratta della ripresa di un dialogo interrotto nell’ultima cena, quando Pietro con sicurezza un po’ arrogante, a Gesù che gli diceva: “Dove vado ora tu non puoi seguirmi, ma mi seguirai più tardi”, aveva risposto: “Signore perché non posso seguirti: io darò la mia vita per te!” (Gv 13,37). E Gesù gli aveva preannunciato il triplice rinnegamento. Pietro, imbarazzato, non aveva più saputo cosa rispondere a Gesù, e in seguito, dopo un primo timido tentativo di seguire Gesù nel buio della sua passione, lo aveva abbandonato al suo destino rinnegandolo per tre volte. 

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