Attraversare il dubbio
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16 luglio 2024
Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 11,2-15 (Lezionario di Bose)
In quel tempo 2Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò 3a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». 4Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: 5i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. 6E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».
7Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? 8Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! 9Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. 10Egli è colui del quale sta scritto:
Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero,
davanti a te egli preparerà la tua via.
1In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. 12Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono. 13Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. 14E, se volete comprendere, è lui quell'Elia che deve venire. 15Chi ha orecchi, ascolti!
“Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?” (v. 2): è la domanda che Giovanni Battista, nella solitudine del suo isolamento in prigione, pone attraverso i suoi discepoli a Gesù. La sua ricerca e attesa di colui che è “più forte” e “battezzerà in Spirito santo e fuoco” (Mt 3,11), ricerca che in Gesù aveva trovato risposta, ora non è più così certa: l’uomo che ha vissuto nel deserto alla ricerca e in attesa del Messia è attraversato dal dubbio.
Questo può lasciarci perplessi, ma ci aiuta a comprendere che i dubbi sono parte essenziale del nostro cammino di fede, sono il luogo in cui possiamo riformulare le nostre certezze – personali, comunitarie ed ecclesiali – purificandole dall’arroganza e dalla presunzione di possedere, come unici depositari e difensori, la verità.
Nell’oscurità del dubbio, la luce viene sempre e solo dal movimento di ritorno a Gesù Cristo, nell’ascolto e nella contemplazione di lui: “Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete” (v. 4). Ascoltare e meditare la sua parola, ricordare e contemplare i suoi gesti significa ritornare ad aprire gli occhi del cuore a una Parola sempre nuova, significa ritornare con un cuore di piccolo e di discepolo a chiedere al Signore: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna” (Gv 6,68).
Ciò significa avere occhi in grado di vedere già qui e ora le primizie dei “cieli nuovi e terra nuova, nei quali abita la giustizia” (2Pt 3,13), nonostante il dolore e le ferite che l’umanità vive e subisce in tutte le periferie del mondo. Significa avere occhi capaci di riconoscere che l’annuncio della buona notizia destinata ai poveri – “Ai poveri è annunciato il vangelo” (v. 5) – raggiunge ogni uomo e ogni donna attraverso un incontro personale con il Cristo crocifisso, morto e risorto: “Dove, Signore, ti ho incontrato?”, “Ero nudo e mi hai vestito” (cf. Mt 25,31-46).
Ma avere questi occhi capaci di riconoscere la presenza dell’opera di Dio nelle pieghe della storia umana richiede discernimento: “Che cosa siete andati a vedere nel deserto? … Allora, che cosa siete andati a vedere?” (vv. 7-8). Dove cerchiamo e chi attendiamo? L’esito della nostra ricerca dipende dalla direzione del nostro sguardo e dall’intenzione del nostro cuore.
Ecco allora che il dubbio diventa essenziale per demolire i nostri palazzi e, ripartendo dalle nostre macerie, ricostruire un percorso con lo sguardo rivolto a quell’essenziale che solo chi si fa come bambino può riconoscere: “In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli” (Mt 18,4). Siamo invitati dunque ad attraversare il dubbio con pazienza e perseveranza, vivendo questo attraversamento con la stessa fede con cui lo ha vissuto Giovanni Battista, il più grande tra i nati di donna e al contempo piccolissimo nel regno dei cieli (cf. v. 11).
fratel Matteo