Samuele
I libri di Samuele sono due a partire dalla traduzione greca dei Settanta, ma nascono in origine come un unico libro. Essi raccontano la trasformazione avvenuta nella vita del popolo di Israele, quando cessa di essere un aggregato marginale di tribù e assume l’assetto di un potere politico centralizzato. Le storie di Samuele e di Saul costituiscono, in questo contesto narrativo, un punto di passaggio dall’epoca dei “giudici” a quella dei “re”, per arrivare a David. Il messaggio fondamentale che emerge dall’insieme dei racconti è che l’esercizio del potere deve essere sempre subordinato alla parola del Signore. I primi lettori dei libri di Samuele sono stati probabilmente quei figli di Israele che avevano vissuto l’esilio, la distruzione del tempio e la deportazione a Babilonia.
Il brano della rivelazione di Dio a Samuele (cf. 1Sam 3) si apre con la menzione dei tre protagonisti della vicenda: Samuele, il Signore, Eli. Il vecchio Eli rappresenta l’autorità sacerdotale di antica tradizione e Samuele, ancora giovanissimo, sta crescendo sotto la sua guida. Nel momento in cui osserviamo questi personaggi è notte, ed entrambi stanno riposando: Eli a casa sua, situata vicino al tempio, Samuele nel tempio del Signore. Per tre volte Samuele si sente chiamare, e per tre volte corre da Eli, dicendo: “Mi hai chiamato, eccomi!”. Eli, che le prime due volte risponde: “Non ti ho chiamato figlio mio, torna a dormire”, alla terza capisce che è il Signore che chiama Samuele, e dà al giovane istruzioni su cosa rispondere se si fosse ancora sentito chiamare. Samuele torna a dormire e, quando di nuovo il Signore lo chiama, lui risponde: “Parla, perché il tuo servo ti ascolta”.
Il Signore quindi fa a Samuele una rivelazione che, usando una parola che appartiene alla nostra tradizione occidentale, potremmo definire “politica”: una rivelazione, cioè, che riguarda la polis tutta, la collettività, l’intero popolo di Israele. Il Signore minaccia di distruggere la “casa” di Eli, cioè la sua famiglia, i suoi figli, perché Eli “sapeva che i suoi figli disonoravano Dio e non li ha ammoniti” (1Sam 3,13). Sorge la domanda: in che senso “disonoravano Dio”? Al capitolo precedente si dice che i figli di Eli durante i sacrifici si procacciavano una porzione di carne maggiore di quella che spettava loro in quanto sacerdoti (cf. 1Sam 2,12-16): sopruso, ingiustizia e prepotenza nei confronti degli altri sono sempre un “disonorare Dio”.
Il mattino seguente Samuele ha timore di riferire a Eli quel messaggio duro, che lo riguarda in prima persona. Eli però insiste e Samuele riferisce tutto al vecchio. Eli riconosce, in quel discorso, la parola autentica del Signore, quindi esclama: “È il Signore! Faccia ciò che a lui pare bene” (1Sam 3,18).
Un elemento che colpisce, a leggere il testo, è che nel giro di una notte, in modo inatteso e sorprendente, il rapporto fra Eli e Samuele si è capovolto: non è più Eli che istruisce Samuele sulle parole del Signore, ma è Samuele che, con un’inedita autorità, dice a Eli ciò che ha udito dal Signore.
Samuele dimostra almeno due atteggiamenti che segnano un cambiamento nella propria vita, potremmo dire un salto di maturità: libertà da Eli, necessaria al fine di riferire con franchezza il messaggio ascoltato dal Signore; e insieme profonda fiducia in chi l’aveva cresciuto e educato alla fede, fiducia che quell’uomo avrebbe accolto con docilità anche una parola scomoda, umiliante, per se stesso.
In questo spazio di libertà e fiducia reciproche s’innesta, per Samuele, la possibilità di una nuova relazione, anzi due: una relazione con il Signore, e una relazione con tutto il popolo di Israele. Da quel momento in poi, infatti, “tutto Israele, da Dan fino a Bersabea, seppe che Samuele era stato costituito profeta del Signore” (1Sam 3,20).
Questa narrazione mostra come attraverso Samuele – un giovane che appare privo di interessi precostituiti e di avidità personale – il popolo di Israele acconsente al sogno che Dio gli ha dato di sconfiggere le sordide realtà politico-religiose cui i vecchi assetti lo avevano infelicemente condotto. La freschezza di un giovane, unita in questo caso alla docilità di un vecchio, segnano la speranza di un nuovo inizio.
Per comprendere meglio cos'è la Bibbia dei LXX
https://it.wikipedia.org/wiki/Septuaginta
http://it.cathopedia.org/wiki/Bibbia_dei_Settanta