Prepararci

Carta realizzata presso la fraternità di Civitella san Paolo (RM)
Carta realizzata presso la fraternità di Civitella san Paolo (RM)

13 settembre 2024

Lc 6,39-42

In quel tempo Gesù 39disse una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? 40Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.
41Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? 42Come puoi dire al tuo fratello: «Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio», mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello.


È importante leggere almeno i versetti 36 e 37 dello stesso capitolo per ascoltare la profondità del nostro brano odierno: “Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati, non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati.” Versetti ai quali accosterei anche quelli del Vangelo secondo Giovanni: “Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri … In verità, in verità, io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica” (Gv 13,14.16-17).

La parabola sulla cecità è divisa in 2 parti: la prima: “Può forse un cieco guidare un altro cieco?” (v. 39) e la seconda: la pagliuzza e la trave (cf. vv. 41-42). E in mezzo: “Un discepolo non è più del suo maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro” (v. 40).

La questione non è tanto di chiedersi: “Sono forse anch’io cieca?” Perché lo siamo tutte e tutti, infatti “Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti” (1Cor 1,27), come sta scritto nel primo testamento: Dio ha scelto il più piccolo dei popoli (cf. Dt 7,7), per l’unico motivo del suo amore gratuito come per noi è la sua misericordia, ci dice Luca.

La questione è di “misurare” la nostra cecità per averne consapevolezza e comportarci di conseguenza davanti agli occhi aperti dei nostri fratelli e sorelle. Come fare?

Abbiamo la responsabilità di prepararci: “ognuno sia ben preparato” (v. 40). Prepararci è esporsi alla misericordia del Signore, con fiducia nella sua chiamata. Lui crede in noi, e la nostra cecità per lui non è motivo di rigetto da parte sua

Forti del suo amore gratuito per noi, impariamo prima di tutto ad “assorbire” questo amore senza meriti nostri, assorbirlo così profondamente in noi da smettere di condannarci con giudizi impietosi su noi stessi. Dobbiamo scoprire che condannarci per la nostra inadeguatezza, il nostro peccato, e la nostra impotenza è giudicare, rifiutare l’amore che Dio ha per noi, come se avesse sbagliato a sceglierci, ad attirarci a lui. È cecità davanti al suo amore.

Prepararci è anche fare la fatica di accogliere il suo amore gratuito che ci apre sempre più gli occhi e il cuore per riconoscere nell’altro le stesse nostre fatiche e limiti, pur in una forma diversa. Essere discepoli preparati, è accogliere gli altri come sono, senza giudizio, a immagine dell’accoglienza del Signore. Riconosceremo le stesse pagliuzze e travi. Allora il giudizio si muta in discernimento che rimette anche noi in questione, non più una condanna di sé stessi né dell’altro/a. infatti, la nostra cecità spesso procura sofferenze a noi stessi e agli altri.

Allora la relazione sempre difficile con l’altro/a si scioglie in accoglienza gratuita e misericordiosa. Allora avremo messo in pratica un po’ dell’insegnamento del nostro maestro: Gesù.

Prepararci è anche essere assidui nella preghiera perché è lo Spirito che ci aiuta ad interiorizzare la vita di Cristo in noi.

sorella Sylvie