Giovani insieme

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Nel corso dell’estate, rispettivamente nelle settimane 15-18 e 22-27 luglio, si sono svolte due iniziative indirizzate a giovani tra i 18 e i 30 anni. La prima si è rivolta a cristiani e musulmani, la seconda a cristiani di diverse tradizioni ecclesiali. Entrambe miravano a favorire un incontro fatto di esperienze concrete come il condividere il lavoro, la tavola e, perché no, la preghiera; un incontro radicato su qualcosa che ci unisce molto in profondità, il sentirsi figlie e figli di Dio; un incontro alimentato, anziché incrinato, da una scoperta delle differenze aperta allo stupore e slanciata in curiosità.

InSiEME, l’esperienza di fraternità islamo-cristiana, ha visto la partecipazione di ventiquattro giovani (undici musulmani e tredici cristiani) provenienti da tutto il Nord Italia. Oltre che del lavoro al mattino insieme a fratelli e sorelle di Bose e dei reciproci momenti di preghiera a cui i giovani erano invitati a partecipare, la conoscenza e la stima reciproche si sono nutrite di due ricchi e preziosi momenti di riflessione condivisa e confronto dialogico. Un primo momento è stato dedicato alla conoscenza delle rispettive tradizioni spirituali, attraverso conversazioni sulla preghiera cristiana e islamica. Un secondo momento ha visto i partecipanti ascoltare e dialogare con due testimoni di una fede in dialogo: un imam e una monaca agostiniana.

La settimana ecumenica invece, a cui hanno partecipato giovani cattolici, ortodossi e copti provenienti un po’ da tutta Italia, è stata incentrata sull’invito di san Paolo ad essere sempre lieti, pregare incessantemente e rendere grazie in ogni cosa (1 Ts 5,17). Anche in questo caso, sono stati i pomeriggi ad essere consacrati ad approfondire il tema, a partire dal testo biblico ma anche da scritti spirituali e liturgici delle rispettive tradizioni, mentre le mattine sono state dedicate al lavoro nelle più diverse attività che caratterizzano la nostra comunità. Quanto alla preghiera, la liturgia delle ore è talmente antica e biblica da unirci tutti. Non c’è stato bisogno dunque di aggiungere ulteriori momenti ai tre che già scandiscono la vita quotidiana a Bose. Semplicemente, in due occasioni la Preghiera dei giorni di Bose è stata sostituita da una liturgia ortodossa e da una copta, presiedute rispettivamente da p. Victor, del monastero ortodosso di Arona, e da p. Mina e p. Gabriele, della diocesi copta-ortodossa di Milano.

Entrambe le settimane sono state un dono grande e un’occasione per dilatare il cuore non solo per i giovani ospiti ma anche per noi tutti, monaci e monache di Bose.

fratel Gian Marco