Il “non fare riserve di se stessi” richiede quel fondamentale monastico che è l’obbedienza, l’unico che, per quanto ci contesti in profondità, e forse proprio grazie a questo, ci consente anche di liberarci dal soggettivismo e dalla tirannia del nostro psichismo, e di operare una conversione, un cambiamento appunto, radicale.
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Ognuno si interroghi sullo stile di vita, sulle spese, sul rapporto con il denaro, sul possesso e sull’uso di mezzi di comunicazione, per vedere se questo risponde a una misura monastica comunitaria o se non corrisponde neppure a quello che la Regola chiama “stile di vita semplice e povera di ogni cristiano”
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